IL PARCO NAZIONALE DEL GRANSASSO E DEI MONTI DELLA Posti all'incontro tra l'Appennino umbro-marchigiano e laziale-abruzzese, i Monti della Laga sono limitati a Nord dai Sibillini, a Ovest dalla catena del Terminillo, a Sud da quella del Gran Sasso.
 La Laga è il 5° gruppo montuoso dell'Appennino e il M. Gorzano (m. 2458), la cima principale, è la vetta più alta del Lazio.
 La cresta principale, inizialmente disposta in direzione NW-SE e quindi N-S, presenta una successione di cime pressoché alla stessa altezza. Queste s'innalzano bruscamente dalla piana di Amatrice, tramite una scarpata quasi continua di 1000-1500 metri, dovuta alla presenza di una faglia diretta.
 Le principali cime, da Nord verso Sud, sono: Macera della Morte (m. 2073), Pizzitello (m. 2221), Pizzo di Sevo (m. 2419), Cima Lepri (m. 2445), Pizzo di Moscio (m. 2411), Monte Pelone (m. 2259), Monte Gorzano (m. 2458), Cima della Laghetta (m. 2369), Monte di Mezzo (m. 2127). A differenza degli altri gruppi appenninici, la catena della Laga non è costituita di calcari, bensì di rocce poco permeabili, quali arenarie e marne, che rendono molto limitata l'infiltrazione delle acque piovane.
 Ciò permette l'esistenza di un gran numero di sorgenti perenni, distribuite sin quasi sulle vette, che alimentano la circolazione superficiale. Questo territorio, quindi, a differenza delle altre montagne dell'Appennino centrale, si presenta verdeggiante e ricco d'acqua durante tutto l'anno.
 Dal 1991 tutta la zona fa parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
 Salendo dalla conca verso le cime, s'abbandonano i coltivi e i boschi prevalentemente formati di cerro, castagno e pioppo, per entrare nelle caratteristiche faggete di montagna.
 Il bosco si spinge così sino a ca. 1800 m. di quota, per lasciare quindi lo spazio alla prateria d'altitudine che, all'inizio dell'estate, si ricopre di una stupenda fioritura. In questo contesto assumono particolare rilievo i numerosi fossi che scendono verso valle con un continuo susseguirsi di salti di roccia. Questi, nella fascia d'altitudine compresa tra 1300 m. e 1600 m. c.a., formano cascate alte sino a 70-80 m. che, spettacolari in primavera per la portata d'acqua dovuta al disgelo, assumono toni magici in inverno per l'abbondante ghiaccio che le riveste.
 Amatrice è, dunque, una località ideale per trascorrere periodi di riposo a contatto della natura e per svolgere attività escursionistiche e alpinistiche di vario livello. Diamo ora degli spunti per delle passeggiate alla portata di tutti che, ben lungi dal rappresentare tutte le possibilità escursionistiche dei gruppo, vogliono essere solo un primo valido approccio per coloro che non conoscono la zona sotto questo aspetto.
 Attraverso ambienti affascinanti, quali boschi, torrenti e praterie, si aprono ampie panoramiche su tutto il gruppo.
 Dalle vette si può dare uno sguardo a tutto l'Appennino centrale. Si può poi ammirare il versante teramano, con le sue dolci valli solcate da grossi torrenti e ricche di boschi con faggi e abeti bianchi plurisecolari.
Il lago Scandarello è un Bacino artificiale ottenuto mediante lo sbarramento del rio Scandarello, la superficie del bacino è di 48.5 ettari, con oltre 10 km di sponde ed una profondità media di 30 m (punto più profondo, con massimo invaso, la Diga, con m 55). E' interamente compreso nel territorio del comune di Amatrice.
MUSEO CIVICO DI ARTE SACRA
Intitolato a Nicola Filotesio detto Cola dell'Amatrice
Istituito il 7/9/2002, raccoglie opere di particolare interesse provenienti dlle varie chiese delle frazioni di Amatrice. Oltre 50 pezzi raccolti finora e il numero è destinato ad aumentare
La Chiesa di S. Francesco, della seconda metà del Trecento, innalza la sua facciata a coronamento orizzontale nella quale si aprono l'occhio e lo stupendo portale gotico nella cui lunetta spicca un gruppo di statue in pietra formato dalla Vergine in trono col Bambino affiancata da due angeli adoranti.
L'interno, ampio e di solenne austerità, è ad unica navata; la slanciata abside semipoligonale è a volta semistellare e ha le pareti corse da robusti cordoni alcuni dei quali posano su mensole configurate in mascheroni grotteschi. Essa è istoriata di affreschi dei secoli XIV e XV.
Tra questi, è notevole quello rappresentante l'Albero di Jesse, opera di un artista marchigiano influenzato dai pittori riminesi. Altri affreschi di Scuola Marchigiana quattrocentesca sono dipinti sulle pareti della navata (Natività, Madonne col Bambino e Santi).
Alla parete interna della facciata, è appoggiato un portico di pietra quattrocentesco, adorno di bassorilievi, e, su quella destra, domina il sontuoso Altare seicentesco intagliato in legno dall'amatriciano Giovan Battista Gigli e messo poi a oro e azzurro. È dedicato alla Madonna di Filetta e venne eretto per custodire, entro un forziere, uno stupendo Reliquario, in forma di tempietto gotico cesellato, attribuito a Pietro di Vannino, orafo ascolano (1472).Oggi si trova nella casa parrocchiale.
Sopra l'altare si estende un grande ed interessante affresco del tardo Trecento, rappresentante il Giudizio Universale. Notevoli anche il busto marmoreo cinquecentesco di Camillo Orsini e il pulpito barocco intagliato in legno. Al limite della piazza ove sorge la chiesa di S. Francesco, si trova la chiesa profanata di S. Fortunato con singolare portale quattrocentesco.
La Chiesa di S. Agostino, all'estremità nordorientale della città, presso una porta della cinta trecentesca, ha una facciata a coronamento orizzontale in cui si aprono un ricco rosone e un bellissimo portale tardo gotico (1428), riccamente scolpito. Notevoli le statue dell'Arcangelo Gabriele e della Vergine Annunciata e le immagini di frati che formano il singolare motivo ornamentale d'una delle cornici della lunetta. L'interno, interamente rifatto nel Settecento e ora restaurato, è di scarso interesse.
Nelle vicinanze di Cossara (Km. 4 da Amatrice) si trova la Chiesa di S. Maria delle Grazie o "Icona Passatora", quattrocentesca, internamente tutta istoriata di affreschi votivi tra i quali ricordiamo: la Madonna della Misericordia (1491), il Cristo portacroce (1490?), entrambi del pittore che ha affrescato in S. Agostino dell'Amatrice; inoltre: Crocifissi tra Santi e Storiette votive.
Sui pilastri che sorreggono l'arco della tribuna, spiccano, a sinistra e a destra, due affreschi datati 1490, raffiguranti, rispettivamente, la Madonna in Trono col Bambino, in atto di sorreggere la città di Amatrice in miniatura, e la Madonna in Trono con Bambino, tra Angeli e Santi Antonio Abate e Lucia. Il primo è del pittore amatriciano Dionisio Cappelli; il secondo del "Maestro della Madonna della Misericordia".
LA CHIESA DELLA MADONNA DI FILETTA
A Filetta, raggiungibile con un sentiero che parte d'Amatrice e lungo cui si snoda la processione in occasione della festa di fine maggio, oppure con la strada che parte da Rocchetta, la Chiesa di S. Maria, quattrocentesca, è tutta istoriata, internamente, di affreschi votivi.
Sull'arco e nella calotta dell'abside Pier Paolo da Fermo dipinse e firmò nel 1480 l'Annunciazione; i SS. Pietro e Paolo, l'Ascensione, la Costruzione del Santuario, la Processione che accompagna all'Amatrice la venerata e miracolosa immagine della Vergine trovata sul luogo da una pastorella: Chiarina. Altri affreschi di seguaci del Maestro della Madonna della Misericordia (due Madonne della Misericordia e una Madonna di Loreto), di Dionisio Cappelli e di altri minori pittori locali si allineano sulle pareti della Chiesa.